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L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE EX INTERNATI

A.N.E.I.

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Per rispettare la missione a noi affidata dagli ex Internati Militari Italiani nei Lager nazisti, di far emergere dall’oblio la loro storia e trasformarla in strumento di educazione alla democrazia e coscienza civile per i nostri giovani.


La tragica vicenda degli Internati Militari Italiani (IMI) ha inizio l’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio sottoscritto dall’Italia con le Forze Alleate. Militari italiani, catturati e disarmati dalle truppe tedesche in Francia, Grecia, Jugoslavia, Albania, Polonia, Paesi Baltici, Russia e Italia stessa, caricati su carri bestiame, sono avviati a una destinazione che non conoscono: i lager del Terzo Reich, che erano sparsi un po’ dovunque in Europa, soprattutto in Germania, Austria e Polonia.

Dopo un viaggio in condizioni disumane, appena arrivato nel lager, il prigioniero viene immatricolato con un numero di identificazione che sostituirà il nome e che sarà inciso su una piastrina di riconoscimento accanto alla sigla del campo. Tra le formalità d’ingresso ci sono anche la fotografia, l’impronta digitale, l’annotazione dei dati personali su appositi documenti di riconoscimento e la perquisizione personale e del bagaglio.

Sin dal primo momento, ai prigionieri, circa 650mila, viene chiesto con insistenti pressioni di continuare a combattere a fianco dei tedeschi o con i fascisti della Repubblica di Salò. La maggior parte di loro si rifiuterà di collaborare e per la prima volta, con una scelta volontaria di coscienza, dice NO! a qualsiasi forma di collaborazione, affrontando sofferenze e privazioni.

In un primo tempo prigionieri di guerra, i militari italiani catturati, deportati e internati nei lager nazisti, il 20 settembre 1943 vengono definiti IMI – Internati Militari Italiani, con un provvedimento arbitrario di Hitler che li sottrae alle tutele previste dalla Convenzione di Ginevra del 1929, per destinarli come forza lavoro per l’economia del Terzo Reich. Sempre per ordine del Führer, d’accordo con Mussolini, gli IMI il 12 agosto 1944 cambiano nuovamente di status e vengono trasformati in “lavoratori civili”, formalmente liberi.

Decine di migliaia di IMI perdono la vita nel corso della prigionia per malattie, fame, stenti, uccisioni. Coloro che riescono a sopravvivere sono segnati per sempre.

A partire da febbraio del 1945, le avvisaglie del crollo ormai imminente della Germania sono preludio alla liberazione che avviene in momenti differenti, per lo più tra febbraio e i primi di maggio del 1945. Il rimpatrio, tuttavia, non è immediato e si svolge soprattutto nell’estate e nell’autunno 1945, da Germania, Francia, Balcani e Russia. Varcato il confine, gli IMI provenienti dalle regioni del Reich vengono solitamente dirottati verso Pescantina, nel veronese, dove è stato istituito un centro di smistamento e accoglienza, e dove si organizzano i trasporti verso le destinazioni interne al paese.

Nell’Italia del primo dopoguerra la storia degli IMI è presto dimenticata. L’oblio è durato a lungo. Gli storici hanno cominciato ad occuparsi degli IMI solo dalla metà degli anni Ottanta: tardi, ma forse ancora in tempo per far conoscere questa pagina di storia e rendere il giusto omaggio ai «650 mila» che, con il loro sacrificio, contribuirono a portare la libertà e la democrazia nel nostro paese.

Nei lager nazisti nacque in molti internati il desiderio, una volta tornati in patria, di fondare un’Associazione che avesse come fine la diffusione presso i giovani degli ideali di pace, perché mai, nel futuro, le nuove generazioni conoscessero i reticolati e le guerre.
L’ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) si formò ufficialmente come ente morale il 2 Aprile 1948 con il Decreto del Presidente della Repubblica n°4032, ma il primo congresso si tenne a Torino già sul finire del 1945.

La prima sezione ANEI di Brescia fu fondata nel 1968. In numerosi paesi della provincia bresciana sono attive diverse sezioni raggruppate nella Federazione Provinciale.

Chi siamo

Sezioni

La prima sezione Anei di Brescia, intitolata  al Cappellano militare bresciano Padre O. Marcolini, fu fondata nel 1968 dal signor Lino Calestani Presidente fino al 1981, sostituito dal dott. Mario Milani fino al 1983 e dal 1983 alla sua scomparsa avvenuta in Brescia il 2 febbraio 2001, da Lino Monchieri, sostituito dal Cav. Carlo Rocca scomparso nel 2016, attualmente è presidente pro tempore Massimo Alberti.
Notizie storiche su questa sezione si possono trovare presso la Biblioteca, Archivio e Fondazione “Luigi Micheletti”, situata a Brescia in via Fratelli Cairoli n°9.

Il fondo  Documentaristico e Memorialistico ANEI – GIUNTELLA comprende oltre che il materiale archivistico di Vittorio Emanuele Giuntella, il fondo del Generale Sinopoli,il fondo Paride Piasenti e il fondo Anei Brescia che raccoglie documenti, testimonianze e corrispondenza che riguardano la vita della sezione, riordinata per anno di produzione: circolari, atti sezionali, discorsi commemorativi,dal 1974 al 2000, il fondo Collana editoriale Per non Dimenticare e il fondo Monchieri.

Federazione Provinciale di  Brescia
In  Brescia  è anche attiva, in via Rotonda Montiglio 11, la Federazione Provinciale ANEI Brescia che riunisce le sezioni presenti nei vari paesi della Provincia.-

Vicina alle sezioni per consigliare, organizzare, superare incomprensioni, la Federazione ha come finalità nel rispetto dello Statuto, l’esigenza di mantenere saldi fra i soci, i vincoli di solidarietà umana e nazionale, affermatisi nei campi di concentramento,al fine di diffondere il messaggio di cui si fa carico: ”Mai più reticolati nel mondo”.

La Federazione Provinciale bresciana è stata fondata  nel 1970 dal rag. Gebbia, segretario rag. Bini, che la guidò fino al 1986, successivamente ebbe come Presidenti:
Battista Barbieri dal 1986 al 1994
Italo Preseglio dal 22 Novembre 1994 all’Aprile 1998
Antonio Mucci dal 16 Maggio 1998 al 15 gennaio 20
Francesco Bertasi dal marzo 2003 al 10 gennaio 2004
Dario Rusconi  dall’ aprile 2004 ad oggi
Presidente onorario Carlo Rocca dal 2010 fino al 2016

Attualmente è presidente onorario il Cav. Battista Sisti
Dal 1986 fino al giugno 2009 ha ricoperto ininterrottamente la carica di Segretario Provinciale il comm. Remo Capacchietti scomparso il 13 luglio del 2009 anno.

Lo ha sostituito il signor Giuseppe Bono.

 

Sezione ANEI di Brescia Lino Monchieri e Remo Capacchietti

Remo Capacchietti, si è spento nella propria abitazione,in Brescia, lunedì 13 luglio 2009. Il suo nome  è inscindibilmente legato al ricordo di trent’anni di attività e di presenza della Federazione Anei nella città di Brescia e in Provincia, dei traguardi raggiunti, delle difficoltà incontrate e superate per dar vita agli ideali statutari dell’Associazione.

Dopo i lunghi decenni di colpevole silenzio delle Istituzioni che hanno accompagnato il ritorno dai lager di migliaia di soldati bresciani, la realtà politica, a partire dagli anni ottanta, è sensibilmente cambiata anche grazie all’azione capillare ed appassionata di tanti testimoni ANEI, coordinati da una Federazione Provinciale che ha avuto nello scrittore Lino Monchieri e in Remo Capacchietti, due straordinari punti di riferimento.

L’importanza dell’attività letteraria di Lino Monchieri e la sua fama riconosciuta a livello europeo costituiscono per l’ANEI bresciana un patrimonio straordinario e non sostituibile, così come è difficilmente eguagliabile l’eredità dell’ex IMI n°31098 fatta di lavoro appassionato per la Federazione che si è tradotto in centinaia di iniziative dalla creazione della cappella dell’Internato e del deportato in S. Maria Assunta in Chiesanuova (Brescia) alla costruzioni di tanti monumenti Anei, all’organizzazione della vita della Federazione bresciana per trent’anni, da ultimo alla costituzione del Centro Studi.
Remo non era un intellettuale anche se amava la cultura e aveva una particolare sensibilità per le arti figurative, era, come si definiva “un uomo del fare”, non sopportava i tempi morti, gli inutili rimandi nell’eseguire quanto era necessario realizzare. Abituato a dirigere, ma prima di tutto rigoroso con se stesso, perspicace nell’intuire e nel prevedere le necessità, ha utilizzato queste abilità per l’Associazione che, sotto la sua guida, ha raggiunto numerosi obiettivi.
L’esperienza della prigionia nei lager tedeschi accettata come scelta morale nella giovinezza ha segnato, come per molti reduci, appartenenti alla Associazione non solo una parte della sua esistenza, ma ne ha condizionato profondamente l’intera vita sotto il profilo delle scelte morali e di una convinta partecipazione alla costruzione di una Patria diversa, e della sua città, distrutta dalla guerra.
Remo partecipò nell’immediato dopoguerra in modo intenso alla ricostruzione di Brescia, città che mancava dell’essenziale, dal lavoro, alle abitazioni, al cibo, con la ricerca concreta di soluzione ai mille problemi di immediata sopravvivenza di quanti si rivolgeva a lui, nella parrocchia dei frati cappuccini di via Milano, e non solo.

Con queste capacità,creatività ed entusiasmo entrò nell’Associazione Nazionale ex internati contribuendo a diffondere gli ideali di pace e di solidarietà dell’Associazione nelle scuole e nella società civile.
Da allora il suo impegno costante fu quello di testimoniare, presso i giovani, la motivazione di una scelta di libertà, di chiedere loro di amare la propria Patria, di essere partecipi della vita sociale e politica delle propria città, di essere generosi, non opportunisti.

In istituiti con problematiche educative complesse, a ragazzi apparentemente disinteressati, parlava con una straordinaria semplicità di temi desueti, di amor di patria, di impegno civile, di solidarietà e poiché le sue non erano parole di vuota retorica, ma di autentica trasmissione di ideali, i giovani le accoglievano, così come accettavano di buon grado le bandiere che offriva agli istituti che ne erano privi.
Ultimata la sua testimonianza i giovani lo circondavano, parlavano con lui, che li invitava a visitare la nostra Cappella dell’internato e del deportato in S. Maria Assunta in Chiesanuova per far memoria di un passato che non deve mai più ritornare. Una memoria che vivrà nell’Associazione bresciana e sarà attualizzata nell’impegno educativo presso le nostre scuole, svolto dal Centro studi Anei. Così, il testimone sarà portato avanti e le memoria darà un nuovo valore al presente, perché ancora una volta i nostri giovani sappiano scegliere di spendere la loro vita per ideali alti.

SEZIONE ANEI Vallecamonica

Dopo anni di oblio, finalmente si torna a parlare di IMI ed ANEI in ValleCamonica. Questa straordinaria vallata bresciana, che tanto ha dato durante la Resistenza partigiana e ancora di più se pensiamo ai militari destinati alla Resistenza senz’armi dietro ai reticolati dei Lager nazisti, torna a trasmettere il valore del rifiuto al nazifascismo attuato dai nostri IMI grazie ad una nuova Sezione della Federazione Bresciana dell’ANEI.

La Sezione ANEI Vallecamonica rinasce ufficialmente il 14 Aprile 2017, e ha preso sede presso il Centro Civico di Cividate Camuno (Bs) in Via Laffranchini 30, per volontà di una decina di soci.

Tra i nuovi associati, desiderosi di trasmettere i valori di quei 600.000 “NO” ora ci sono i figli e i nipoti degli IMI valligiani, che con orgoglio non vogliono dimenticare le sofferenze dei loro congiunti, ormai quasi tutti scomparsi.

L’ANEI Vallecamonica, proseguendo il lavoro dei suoi predecessori, nei prossimi mesi si è già posta alcuni importanti obiettivi, quali:

  • eseguire una ricognizione, per ciascun Comune della Vallecamonica, volto alla ricerca degli elenchi IMI (Internati Militari Italiani) eventualmente presenti negli Archivi Comunali e/o presso le Associazioni d’Arma;
  • ricostruire, per ciascun Comune, gli elenchi degli IMI rientrati al termine del 2° Conflitto Mondiale;
  • ricostruire, per ciascun Comune, gli elenchi degli IMI deceduti in prigionia;
  • ricostruire, per ciascun Comune, gli elenchi degli ex-IMI eventualmente ancora in vita;
  • costituire l’Albo degli IMI di ValleCamonica
  • costituire l’Albo delle Medaglie d’Onore (secondo quanto previsto dai commi 1271 – 1276, art. 1, legge n° 296 del 27 dicembre 2006) per gli IMI di Vallecamonica nonché promuovere e seguire le pratiche per la concessione delle Medaglie d’Onore per gli aventi diritto (o loro eredi) che non l’avessero ancora ricevuta;
  • predisporre materiale per interventi didattici nelle scuole, anche (ma non solo) in occasione della Giornata della Memoria.

Tra i primi significativi risultati che si stanno conseguendo, l’Albo degli IMI di Vallecamonica sta per essere faticosamente ricostruito e, ad oggi, consta di 276 nomi.

Eventi

Brescia, 2 giugno 2021

Si è svolta oggi, in occasione del 75° anniversario di proclamazione della Repubblica, all’interno del cortile del Palazzo Broletto prospiciente il Palazzo del Governo, la cerimonia della consegna delle Medaglie d’Onore ai familiari degli Internati Militari nei lager nazisti alla presenza di Sua Eccellenza il Prefetto di Brescia.

 

Roma, 19 aprile 2021

Orlando Materassi: due anni di presidenza

Lettera del Presidente Nazionale

 

 

Il nostro Presidente nazionale onorario è scomparso il

24 gennaio 2021

Ricordo di Raffaele Arcella

 

 

Gianico, 19 marzo 2020

E’ venuto a mancare Carlo Elio Simoncini, Presidente della Sezione ANEI di Valle Camonica fin dalla sua ricostituzione nel 2017. Questa micidiale epidemia ha causato una prima grande perdita per l’ANEI tutta e per tutti quelli che hanno avuto modo di apprezzare il suo instancabile impegno, come figlio di un ex internato, nel ricostruire e valorizzare la memoria degli internati della Valle Camonica.

Comunicati del sito ANEI nazionale

 

 

Brescia, 18 gennaio 2020

Chiesa di S. Giorgio
Brescia, via Gasparo da Salò 18
sabato 18 gennaio, ore 10,30

presentazione del libro
Maria Piras
Una scelta di libertà
La provincia di Brescia – vol. II
BIOGRAFIE E TESTIMONIANZE
di INTERNATI MILITARI
1943-1945

 

programma:

• apertura e saluti a cura di Marco Fenaroli, Assessore Comune di Brescia;
• introduzione di Orlando Materassi, Presidente Nazionale ANEI;
intervento musicale del maestro Giulio Tampalini;
• intervento del Prof. Rolando Anni, Università Cattolica di Brescia;
• Maria Piras. Dare un volto ad un nome: ricerca, memoria, educazione civica;
intervento musicale del maestro Giulio Tampalini;
• presentazioni del contributo al volume, nel progetto “Echi di Memoria – Impronte di Deportati Ghedesi” della scuola secondaria di primo grado, classi III/I,III/A,II/I.
Lettura espressiva da parte degli studenti in progetto.
Docenti di riferimento Stefania Chiara e Chiara Gallizioli;
“dona nobis pacem”, di anonimo: canto dell’alunno Filippo Ferrara;
• contributo al volume, nel progetto di Calvisano “Il Percorso della Memoria”, svolto da tre classi di quarta della scuola primaria, e presentato in breve sintesi nell’intervento degli alunni in progetto. Insegnante di riferimento Lidia Tonelli;
intervento musicale del maestro Giulio Tampalini;
• conclusione ore 12 e incontro dell’autrice del libro con gli intervenuti

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Nave, 9 Giugno 2019

Celebrazione in memoria del Colonnello Wilson Georges ucciso a Nave dai Nazifascisti nel 1944. L’Anei Federazione di Brescia su invito dell’ Associazione Culturale Museo Parco Delle Rimembranze ha partecipato con il Presidente prof.ssa Maria Piras e con il labaro recato dal socio Consigliere Provinciale Roberto Ferrari.

Brescia,  5 giugno

204°Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri celebrato presso la caserma di Piazza Tebaldo Brusati,n°9. Ha partecipato, su invito, la presidente e il labaro dell’associazione.

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Brescia, 28 maggio

nel 44° anniversario della strage di Piazza della Loggia avvenuta a Brescia il 28 maggio 1974,  l’Anei ha partecipato alla commemorazione con una delegazione di soci e con il labaro. Ha deposto, nel luogo della strage, un mazzo di fiori.

 

 

 

Si è svolta sabato 24 febbraio 2018, nella bellissima cornice della Chiesa barocca di S.Giorgio, sita nel centro storico di Brescia, a pochi passi da Piazza Loggia, la presentazione dell’ultimo libro scritto dalla Presidente della FEDERAZIONE ANEI dI BRESCIA professoressa Maria Piras:

Una scelta di libertà

Biografie e Testimonianze di Internati militari morti nei Lager nazisti

Brescia 1943 -1945

Definito dal gionalista bresciano Nicola Rocchi “un’operazione di profonda pietas civile che ha prodotto pagine da leggere con mente aperta alla conoscenza e alle emozioni, straordinariamente evocate dalla chitarra del maesro Giulio Tampalini che ha accompagnato la lettura di passi del testo,il volume ha incontrato un particolare interesse nel centinaio di persone presenti, sottolineato dalla presenza dell’IMI bresciano Battista Sisti classe 1924.

 Una scelta di libertà rende anzitutto merito all’opzione di valore compiuta da 613.000 militari e fa chiarezza, come esito di una ricerca pluriennale  sui numeri dei militari di Brescia città morti/assassinati nei lager nazisti.

Il libro  ha la sua origine in un elenco di 564 nomi di Internati militari di Brescia e Provincia, morti nei lager nazisti,inserito nella rivista Non dimenticare, numero unico curato dallo scrittore bresciano Lino Monchieri per l’inaugurazione, nell’aprile 1978, del monumento ANEI di Brescia.

L’origine dell’elenco di 500 caduti della provincia e di 64 nella città si deve al contributo congiunto dell’Anei e dell’istituto storico della Resistenza bresciana. A questo numero, in difetto, si sono aggiunti sul finire del secolo scorso nuovi nomi appartenenti soprattutto alla Provincia bresciana presenti nell’Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’età contemporanea dell’Università Cattolica, in cui era confluito l’Istituto Storico della Resistenza bresciana,

Da questi dati importanti, ma parziali e incompleti ha preso l’avvio nel 2015 la ricerca voluta dall’ANEI di Brescia, con il duplice obiettivo del recupero dati per definire la cifra,con buona approssimazione completa, degli IMI della città morti nei lager e  per rendere l’esito trovato fruibile ed interessante anche per i non addetti ai lavori. Punto di partenza un’ulteriore verifica di ogni dato già conosciuto, condotta in una decina di siti tutti adeguatamente indicati presso l’Anagrafe storica di Brescia.

La ricchezza delle fonti consultate, segnalate in ciascuna biografia,  ha permesso non solo di ampliare in modo significativo il numero dei militari di Brescia caduti, da 64 a 129, ma anche di poterne tracciare una biografia adeguatamente sicura nei dati anagrafici, nei luoghi di internamento e nelle cause di morte. Naturalmente, non nei casi molto frequenti dei dispersi, il cui nome è tuttavia e, a giusta ragione, prezioso, come importante è stato il lungo lavoro di ricerca speso anche solo per rintracciare, se non il nome del Lager, almeno quello del distretto militare in cui l’IMI era deceduto. Affidando al lettore la memoria che, per ogni distretto militare in cui era diviso il territorio del terzo Reich (Grosse Deutschland), erano presenti centinaia di sottolager, in cui gli IMI vivevano il loro tragico internamento.

Profondamente diverse, le biografie raccontano un’unica grande tragedia: l’arruolamento, la guerra e la prigionia come scelta morale. Le date, i luoghi, i Lager tedeschi, austriaci, polacchi, russi, jugoslavi e greci scandiscono i momenti di vita e di morte, nel rinnovarsi in ogni biografia,in ogni pagina di un dramma vissuto in prigionia e nelle famiglie che, per lunghi mesi, sovente lungo tutto il percorso dell’internamento sono state prive di notizie.

Un ulteriore approfondimento del libro è costituito, nella seconda parte, dalla presentazione di 115 testimonianze su IMI di Brescia città morti nei lager, rilasciate dai reduci di ritorno dai campi di concentramento tedeschi, al personale che li accoglieva, presso il punto ristoro “Siberia” della stazione ferroviaria di Bolzano, fra il giugno 1945 e il luglio1947. Brevemente, attraverso i documenti, si delinea la storia dell’Ufficio Informazioni del Centro Assistenza Rimpatriati di Bolzano, storia di donne e uomini ,soprattutto di donne che, per due anni di giorno e di notte, con ogni tempo, accolsero migliaia di ex prigionieri al passaggio delle tradotte e delle autocolonne, li soccorsero materialmente, ma soprattutto raccolsero, trascrivendole,le notizie di chi non era ancor riuscito a tornare, le testimonianze relative a chi non sarebbe mai più ritornato e ai degenti nei vari ospedali.

Le notizie, archiviate, costituiscono attualmente il Fondo Elenchi Internati Militari Italiani, Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, presso l’Archivio di Stato di Bolzano. Il lavoro svolto su queste testimonianze ha rilevato interessanti riscontri con le biografie, permettendo il confronto fra 22 nominativi presenti nella prima e nella seconda parte della ricerca e la ricostruzione di quattro nuove biografie.

Un altro dato importante è il possibile riscontro di ulteriori 69 IMI di Brescia morti nei Lager, presenti nelle testimonianze che porterebbero la cifra dei deceduti da 131 (129 escludendo due IMI ritornati a casa e non segnalati nei documenti ufficiali) a 198. E se nella sola città un accurato lavoro di confronto dati porta la cifra base ad andar oltre il raddoppio, e questo sta avvenendo nella maggior parte di 92 Comuni della Provincia (poco meno della metà del totale) già analizzati dal gruppo di ricerca della Federazione ANEI di Brescia, ritengo che, su basi concrete,si possa considerare superabile,  la cifra di 1500, come indicavano gli IMI bresciani del primo Direttivo provinciale dell’Associazione.

In questo caso anche i numeri concorrono a dare valore alla grande prova di quegli anni cruciali della storia d’Italia e la ricerca, come punto di arrivo e al tempo stesso di partenza per ulteriori conferme,ne sottolinea l’importanza.

Una breve storia dell’Internamento militare italiano introduce il lavoro. E’ fatta su autori e testi di particolare rilievo storico, come indicato nelle note bibliografiche, ad uso di chi, ancor oggi, non conosce minimamente questa parte importante della Resistenza italiana, soprattutto per rendere meglio comprensibili, a possibili giovani lettori, le biografie e le testimonianze che seguono.

I dati di macrostoria sono integrati e integrano la narrazione delle vicende accadute a 200 cittadini di Brescia perché alla loro morte sia dato il giusto riconoscimento e il significato di una scelta di valore.

 

Desenzano del Garda Viaggio della memoria 2017

C'è viaggio e viaggio e quello a cui abbiamo

partecipato lascia davvero un segno indelebile

 quasi scolpito nell'anima per sempre

(gruppo di lavoro dell’Istituto Alberghiero)

Dal 23 al 25 Novembre 2017 si è svolto, come è tradizione da 18 anni il Viaggio della Memoria patrocinato e supportato economicamente da Desenzano del Garda, Comune capofila con i Comuni di Bedizzole, Calcinato, Carpenedolo, Castelgoffredo, Manerba, Padenghe, Polpenazze, Sirmione.

Meta per il corrente anno il Lager di Dachau (Monaco), di Mauthausen (Linz), il Castello di Hartheim (Linz) e la Foiba di Basovizza (Trieste) monumento di interesse nazionale (D.P.R. 1992).Tre diverse realizzazioni dello sterminio operato dai nazisti sui deboli, su minoranze sgradite e sui “diversi”: oppositori politici, ebrei, disabili, testimoni di Geova, omosessuali, Sinti, Rom.

Hanno partecipato al viaggio 39 studenti del liceo “Bagatta”, dell’ITC “Bazoli-Polo”, e dell’IPSEOA ”De’Medici” di Desenzano del Garda accompagnati dai docenti: prof. Concetta Grosso dell’IPSEOA ”De’Medici”, prof. Antonella Covelli dell’ITC del “Bazoli-Polo” e dal prof. Vincenzo Petralia, del liceo “Bagatta”:

Maria Piras, del Centro studi e ricerche storiche dell’A.N.E.I. – Federazione di Brescia, ha progettato e coordinato il viaggio al quale hanno partecipato come soci ANEI: Roberto Ferrari, presidente della sezione ANEI di Cellatica; Mauro Bert, del direttivo della Federazione Bresciana; la socia Francesca De Lucia e la segretaria della Federazione Giovanna Poli.

In breve gli obiettivi di riferimento, realizzati nello svolgimento del viaggio sono stati:

1-Visitare per conoscere:

a- il lager di Dachau (1933-1945) dove ebbe origine l’universo concentrazionario nazista, non solo modello di ispirazione di altri campi, ma per le SS banco di prova per ogni tipo di violenza,

b-il castello di Hartheim luogo nel quale si realizzò gran parte dell’Olocausto psichiatrico (in sigla Aktion T4) dal 1939 all’agosto del 1941 e dal 1941 in poi l’Aktion14f13 con l’eliminazione dei deportati di Mauthausen/Dachau non più in grado di lavorare o minorati psichici e fisici.

c- il lager di Mauthausen (1938- 8 maggio 1945), nel quale transitarono dai 230.000 ai 260.000 deportati con forte presenza di nostri connazionali, 8000 circa, di cui 5750 morti, numerosi i bresciani. In totale i morti per fame, per lavoro esaustivo, per uccisioni efferate, per malattia furono 130.666.

d- la Foiba di Basovizza esperienza importante, memoria viva dei nostri silenzi colpevoli.

2-visitare per utilizzare i dati di conoscenza come strumenti di partecipazione attiva alla costruzione del bene comune, fondando il proprio agire sul principio di responsabilità a livello individuale e sociale.

Due i momenti particolari del viaggio: la cerimonia svolta a Mauthausen al monumento dedicato ai caduti italiani, dove il nome dei nostri bresciani  e gli interventi dei i alcuni partecipanti hanno reso  percepibile l’importanza dell’aver consentito a questi giovani l’essere presenti.

-Altrettanto importanti, belli e significativi gli interventi a Basovizza dove il senso del viaggio è diventato elemento di impegno per essere cittadini di un paese che ha bisogno dell’apporto fattivo di ciascuno.

Contatti

Federazione Provinciale di Brescia

Sede legale: Via Rotonda Montiglio, 11

Info: info@aneibs.it

Telefono: 030/2771260

Sezione ANEI Vallecamonica

Sede presso il Centro Civico di Cividate Camuno (Bs) in Via Laffranchini 30

email: anei.vallecamonica@libero.it